“Il fatturato di un’azienda non sempre garantisce solidità, il superamento della soglia dei 5 milioni di euro non garantisce a molte aziende le condizioni per poter fronteggiare un calo di attività prolungato nel tempo, come quello verificatosi a seguito dei suddetti provvedimenti restrittivi“
L’Assemblea Legislativa ha votato all’unanimità la risoluzione della collega Tarasconi avente ad oggetto il tema dei ristori alle aziende con fatturato compreso tra i 5 e i 10 milioni di euro.
Alcune delle misure adottate per fronteggiare la pandemia in corso hanno impattato negativamente su numerose aziende di diversi settori economici, provocando gravissimi danni economici.
Per far fronte all’impatto di tali misure si è provveduto ad adottarne altre straordinarie per prevenire e arginare l’espansione e gli effetti sul sistema economico.
Ma non tutte le categorie economiche colpite dagli effetti negativi delle chiusure necessarie per arginare i contagi da Covid – 19 sono state oggetto di provvedimento di ristoro, manca all’appello una fetta consistente di aziende, che hanno sofferto e soffrono tuttora gli effetti della pandemia, in particolare sono stati esclusi dai contributi a fondo perduto molte attività aziendali sulla base dei codici Ateco e sulla base del fatturato (aziende con fatturato superiore ai 5 milioni).
Il fatturato di un’azienda non sempre garantisce solidità, il superamento della soglia dei 5 milioni di euro non garantisce a molte aziende le condizioni per poter fronteggiare un calo di attività prolungato nel tempo, come quello verificatosi a seguito dei suddetti provvedimenti restrittivi.
Per questo motivo, con la risoluzione approvata in aula con voto unanime abbiamo impegnato la Giunta regionale ad attivarsi nei confronti del Governo per chiedere di inserire nella lista dei beneficiari dei ristori a fondo perduto tutte quelle attività che abbiano sofferto un calo rilevante delle entrate a causa delle misure di prevenzione pur avendo avuto lo scorso anno fatturati superiori ai 5 milioni.