Bulbi: “Occorre valutare attentamente la necessità di realizzare nuovi invasi che in questo momento si rivelano essenziali per il recupero dell’acqua e la salvaguardia della produzione agricola”
A seguito del grave stato di siccità prolungata in cui riversa il nostro Paese il 21 giugno l’Emilia-Romagna ha dichiarato lo stato di crisi regionale.
Questa situazione rappresenta una preoccupante criticità soprattutto per il settore agricolo, dove sono già a rischio numerose colture e produzioni.
Le azioni perseguite fino ad ora in materia di risorsa idrica non sono più sufficienti a contenere gli effetti dell’emergenza a cui stiamo assistendo. Per questo occorre valutare attentamente la necessità di realizzare nuovi invasi che in questo momento si rivelano essenziali per il recupero dell’acqua e la salvaguardia della nostra produzione agricola.
In merito a questo occorre un’accelerazione dal punto di vista della semplificazione delle procedure e delle autorizzazioni per chi vuole realizzare queste opere, sostenendo e dando la possibilità a tutti di poter fare gli invasi, sia multi-aziende che aziende uniche, per aumentare sensibilmente la capacità di stoccaggio e sopperire a situazioni come quella che stiamo vivendo ora.
Aggiornamento del 29 giugno:
L’Emilia-Romagna ha presentato al Governo la richiesta di stato di emergenza nazionale per il perdurare e l’aggravarsi della crisi idrica. Considerate le caratteristiche, la natura e l’estensione degli eventi si è ritenuta la scelta migliore da fare.
Prendendo in considerazione le proposte di intervento arrivate fino ad ora la stima delle risorse necessarie per fronteggiare la crisi è salita a 36 milioni e 700 mila euro.