Bulbi: “Serve un piano di emergenza straordinario per il settore agricolo che rischia di entrare in una profonda crisi”
Il comparto agricolo e agroalimentare italiano sta vivendo un periodo di forte crisi dovuta all’incremento dei costi di produzione, principalmente collegato ai costi energetici e delle materie prime, aggravata dal conflitto bellico in corso tra Russia e Ucraina.
Oltre agli alti costi dell’energia si sta registrando un netto aumento dei prezzi di altri costi di produzione come sementi, fertilizzanti, carburante, energia elettrica, macchinari e mangimi, riducendo i margini di profitto degli agricoltori oltre i livelli accettabili, in molti casi azzerano totalmente la reddittività delle aziende. La crisi della produzione agricola si sta ripercuotendo a cascata sul comparto alimentare, la cui filiera, nel complesso, è il primo settore economico del Paese.
Alla luce di questo il Consigliere Bulbi ha interrogato la Giunta per sapere “quali iniziative di competenza intenda adottare, come ad esempio sollecitare il Governo ad avviare un piano di emergenza straordinario per il settore agroalimentare finalizzato ad assicurare prezzi accessibili delle materie prime, per evitare che, a causa dei forti rincari delle materie prime registrate in agricoltura, si compromettano semine e produzioni importanti, e più in generale per salvaguardare la filiera agroalimentare”.
Al question time del Consigliere Bulbi ha risposto puntuale l’Assessore Alessio Mammi il quale ha ricordato l’impegno costante della Regione volto a “promuovere iniziative tese a sostenere la competitività e la resilienza delle imprese agricole e agroindustriali, favorendo gli investimenti in energie rinnovabili per l’autoconsumo, in modo da ridurre la dipendenza dal mercato e dalle sue fluttuazioni in termini di prezzi e aumentare così la sostenibilità ambientale ed economica delle produzioni” Inoltre, ha proseguito l’Assessore all’agricoltura “la consapevolezza che le aziende, in questo momento, abbiano difficoltà ad avviare anche quei nuovi investimenti indispensabili per mantenere o incrementare la propria competitività sui mercati nazionali e soprattutto esteri, ha guidato le scelte fatte dall’Assessorato negli ultimi bandi di sostegno agli investimenti. In particolare, sono state modificate le regole di valutazione della congruità delle spese ammissibili, per non fare pagare l’inflazione alle aziende che investono”.
Mammi ha poi illustrato le richieste che la Commissione Nazionale delle Politiche Agricole, attraverso gli Assessori dell’agricoltura di tutte le regioni italiane, ha chiesto al Governo, ossia: “revisione della PAC e PSN 23-27 e posticipo al 2024; richiesta la possibilità di aumentare le superfici agricole da destinare alle materie prime che ora importiamo; maggior flessibilità di spesa per la programmazione 2014-2022; deroga alla disciplina degli aiuti di stato per l’agroalimentare; provvedimenti nazionali immediati per favorire la liquidità delle imprese (come lo sblocco di tutti i pagamenti a favore degli agricoltori arretrati sospesi, anticipazione strutturale dell’erogazione della domanda unica, attivazione specifiche misure nazionali di sostegno diretto, moratoria dei mutui, cumulabilità delle misure del FEASR e FEAGA con il credito d’imposta); interventi nazionali sui costi energetici; misure di sostegno a determinate produzioni agricole; credito d’imposta per l’acquisto di carburante; rinegoziazione dei mutui agrari e garanzia ISMEA; rifinanziamento del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura; fertilizzanti.”