Bulbi: “Ridolfi, quei messaggi alle 3 di notte…La nuova via Emilia non è la mia, ma si farà”
di Luca Bertaccini
Massimo Bulbi, consigliere regionale Pd, ex sindaco di Roncofreddo ed ex presidente della Provincia. Ristoratori e baristi sono sul piede di guerra e oggi potrebbero aprire le attività nonostante i divieti. Trova la protesta giustificata?
“Bisogna guardare in faccia la realtà e capire, dati alla mano, quando si potrà uscire dalla pandemia. Sulla base di questo occorre fare una programmazione, mettendo la salute al primo posto. Però si muore anche di altro e le nuove povertà lo dimostrano. Coi soli ristori non risolvi il problema”.
Ed è quello che dicono gli imprenditori.
“Vero. Nessuno sa come si ripartirà. Bisognerebbe poi ancorare i ristori alle minori entrate di cassa. Condivido l’allarme lanciato sul Qn dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. Le regole pensate prima della pandemia non possono essere fatte valere adesso. In base alle norme vigenti, va in default chi ha un debito arretrato di 90 giorni, anche per soli 100 euro. Se si tratta di aziende, il limite è di 500 euro”.
Con queste regole, salta il sistema imprenditoriale.
“Salta il mondo. Consideriamo poi quando verrà meno il blocco dei licenziamenti. La Bce dovrebbe capire che se muoiono le imprese, muoiono le banche. Le imprese vanno aiutate, e il governo non dovrebbe perdere tempo su altre cose”.
Della serie, Renzi e Italia Viva non avrebbero dovuto aprire la crisi di governo in questa fase?
“Appunto. Non era questo il momento. Poi sono il primo a dire che Conte dovrebbe avere un atteggiamento più collegiale. E poi basterebbe ascoltare il ministro Gualtieri, quando dice che una crisi metterà a rischio il sistema dei ristori”.
Altro tema del momento è quello della scuola: sembra che l’estate sia trascorsa senza aver pensato a come risolvere il trasporto pubblico.
“Ho fatto il sindaco e il trasporto, in certi casi, devi farlo fare anche ai privati, facendo bandi senza accettare le offerte al massimo ribasso. Questo perché chi svolge il servizio deve poterci vivere. Altro elemento da ricordare: spesso tali servizi vengono effettuati dalle cooperative sociali”.
Da quando era presidente della Provincia è cambiato il progetto della nuova via Emilia. Quello attuale la convince?
“In luglio ho partecipato, con altri rappresentanti della Regione, a una riunione col ministro delle infrastrutture Paola De Micheli (Bulbi la conosce da anni e che chiama per nome, ndr). Si parlava di opere in tutta l’Emilia Romagna e ho detto: ’E scusate, ma la Romagna?’. E così sono state inserite nella programmazione via Emilia bis e secante Cesena”.
Ma il suo progetto era diverso.
“Sì. E avrebbe fatto la storia, secondo me e secondo l’allora mio vice, il povero Guglielmo Russo. L’intervento in project financing da 230 milioni di euro avrebbe fatto lavorare le nostre imprese traghettandole fuori dalla crisi, visto che eravamo nel 2007-2008. Inoltre l’attuale tracciato sarebbe stato utilizzato per la ciclopedonalità e trasporto pubblico. Oggi i comuni hanno condiviso un altro progetto e io, da consigliere regionale, lo sosterrò”.
In tanti hanno rivendicato il proprio ruolo nella riattivazione del presidio dei vigili del fuoco e della conseguente ripartenza dell’aeroporto Ridolfi. Anche qui pare ci sia stato il suo zampino, grazie proprio al rapporto privilegiato col ministro.
“Eh… tanti rivendicano, ma dovrebbero dire cosa arrivava la notte”.
Cioè?
“Come qualcuno ha detto, sull’aeroporto ci ho lavorato, organizzando incontri col ministro e i rappresentanti di F.A. srl. Alle 3 di notte, quando avevo notizie di prima mano da Roma, mandavo messaggi al presidente della Fondazione Pinza, ai soci di F.A. Sansavini e Silvestrini e al loro manager, Gasparrini”.
Scusi, ma chi le rispondeva a quell’ora?
“Pinza (ride). Leggeva e rispondeva”.
Che rapporto ha col sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, espressione del centrodestra?
“Ottimo, da quando era sindaco a Meldola. Sui problemi il territorio deve lavorare insieme. Anche col consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli, c’è intesa”.
Parole che non piaceranno a tutti nel Pd.
“Perché, sono amato nel Pd…”.
Fino a prova contraria è il suo partito.
“Sì. Ma sui problemi io coinvolgo tutti e 30 i sindaci, chiedendo loro di segnalare problemi e, quando posso, risolverli. Ora ho chiesto, se parliamo di zone di montagna, che i sindaci mi dicano com’è la situazione per banda larga e telefonia”.
Altri temi sui quali sta lavorando?
“Sulle infrastrutture: come migliorare i collegamenti allo scalo merci di Villa Selva e introdurre fermate alternate dell’alta velocità, a Forlì e a Cesena. In ambito economico abbiamo incontrato i rappresentanti della frutticoltura, fortemente colpita dalle gelate, e avicoltura”.
In che stato è il Pd?
“Quando un partito parla di temi concreti, sta bene. Ed è quello che ho riscontrato col gruppo a livello regionale e col segretario emiliano-romagnolo, Paolo Calvano. Questa cosa dovrebbe essere tradotta in tutti gli organismi di partito, cosa che a Forlì è stata fatta. Vado molto d’accordo col segretario, Daniele Valbonesi. Aggiungo: il partito dovrebbe trovare uno spazio nel quale ragionare in termini provinciali, Forlì con Cesena, senza fermarci a Capocolle”.
Una critica alla gestione Zattini?
“Non parlo di cose che non conosco. Posso ipotizzare che Zattini, sindaco moderato, abbia a volte difficoltà a convivere con forze populiste che fanno parte della coalizione”.